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Benvenuti nella storia, benvenuti nel Medioevo.

Per più di 1000 anni le mura di questo castello hanno silenziosamente assistito ad intrighi, lotte, complotti; La prima citazione della “curtem” di Tornano risale al Luglio del 790, il 17° del Regno di Carlo Magno in Italia.

Pare infatti che Tornano fosse stata donata da 3 fratelli Longobardi di nome Atroald, Adonald e Adopald al monastero di S. Bartolomeo a Ripoli (Firenze), fondato dal loro stesso bisavolo Adonald.

Il 23 Gennaio 1167 l’imperatore Federico Barbarossa con un decreto custodito nell’archivio di Brolio, spossessa Warnellottus (Guarnellotto) da Tornano dei propri diritti sui Castelli di Tornano e Campi “pro gravibus malefici que contra nostram coronam commisit” (Guarnellotto si era reso reo di avere catturato un messo imperiale), concedendoli al suo generale Ranieri di Berelingero.

Era rinomata la ferocia di Guarnellotto che, proprietario di due siti strategici quali Tornano e Campi sorvegliava una delle strade di maggior transito e taglieggiava con brutale regolarità chi ci passava. La proprietà di Tornano passò alla famiglia Ricasoli Firidolfi. Dentro le mura del castello di Tornano c’era un’antica cappella che diventò parrocchia annessa alla Pieve di S. Marcellino.

In un censimento dell’anno 1427, la Parrocchia di San Quirico a Tornano, contava 32 abitanti divisi in 5 “fuochi” o famiglie. Durante le due cruente invasioni Aragonesi del 1453 e del 1477, che causarono la distruzione o il danneggiamento dei maggiori Castelli di questo nostro Chianti (compreso il possente Brolio), Tornano, fedele alla sua tradizione di luogo inaccessibile, resse bene l’urto e non fu mai preso.